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Baskin: I reggio Emilia Baskings si aggiudicano la Lupo Baskin Cup 3.0

E anche quest’anno ci siamo ricascati… abbiamo accettato, anche se un po’ controvoglia, di partecipare alla Lupo Baskin Cup 3.0, il torneo più atteso dell’anno. Non tanto perché ci andasse di passare tre giorni a giocare su alcuni dei campi più belli di sempre con le squadre più incredibili d’Italia, ma solo perché dovevamo prenderci la rivincita contro la squadra che ci aveva battuto in finale al Torneo di Reggio Emilia al PalaBigi. E vi dirò di più, siamo pure riusciti a farlo, vincendo la finale sul campo del Basket Giovane, in riva al loro mare, proprio contro l’odiatissima Lupo Pesaro. Ma sapete una cosa? Chissenefrega!
Sono stati tre giorni indimenticabili, fatti di divertimento, di passione e di amore; tre giorni che vanno oltre qualsiasi risultato sportivo, tre giorni che solo chi ha vissuto può capire quando siano stati speciali e ricchi di significato. Da persona estremamente competitiva sarò per sempre grato al Baskin per avermi insegnato che vincere è bello, ma c’è qualcosa che lo è ancora di più, e di gran lunga. Ma prima di dilungarci volevamo dire un enorme grazie a tutti quelli che hanno fatto parte di quest’avventura stupenda: un grazie agli arbitri e ai refertisti che ci hanno permesso di giocare allo sport più bello del mondo; un grazie alle squadre contro cui abbiamo giocato che ci hanno sempre obbligato ad alzare il nostro livello (Casa di OZ Montecchio, Futura Milano); un grazie alle squadre con cui eravamo in hotel e con le quali abbiamo condiviso momenti magici (Ischia Baskin, Spartani Opera); un grazie a chi ci ha seguito da casa, a chi ci ha fatto il tifo, a chi ci ha donato due soldi e anche a chi non è riuscito per un motivo o per l’altro a venire; un grazie a tutti i ragazzi che hanno indossato la maglia dei Reggio Emilia Baskings (dentro e fuori dal campo, e dal mare) e tutti i loro genitori che si sono fidati di due poco più che ventenni con tanta voglia di fare; un grazie anche a loro e a chi li aiuta e sostiene sempre in tutto ciò che fanno; Ma soprattutto un grazie a chi ha reso tutto ciò possibile organizzando in maniera davvero impeccabile, per il secondo anno di fila, uno spettacolo simile: Andrea, Loredana, Laura, Federico, Luca e tutta l’amatissima Lupo Pesaro.

Veniamo ora a noi; con questo torneo si chiude un cerchio che abbiamo iniziato a tracciare l’anno scorso proprio in questi giorni, proprio sui campi di Pesaro. Ricordo ancora quando Andrea mi chiamò per la prima volta, dicendomi che gli avevano parlato bene di noi e che anche se non avevamo nessuna esperienza e non eravamo ancora iscritti all’ente gli avrebbe fatto molto se avessimo comunque partecipato al suo torneo. Nonostante le nostre iniziali enormi remore ad andare via per tre giorni con un gruppo di ragazzi che “pensavamo di conoscere bene”, la sua estrema disponibilità e la nostra giovane incoscienza ci hanno portato ad accettare l’invito e a fare a tutti gli effetti una delle esperienze più belle mai fatte nella vita. Il torneo dell’anno scorso ci ha infatti permesso di realizzare che ce la saremmo davvero potuta giocare con tutti, abbiamo infatti sconfitto proprio la Lupo nella prima partita del torneo e della nostra storia, giocando probabilmente il nostro miglior baskin di sempre, stupendo tutti e arrivando terzi a fine torneo. Ma soprattutto ci ha concesso di conoscere dei ragazzi, gli stessi che pensavamo di “conoscere già bene”, in modo profondo creando dei veri e propri legami che vanno ben oltre le linee del campo. Ad un anno di distanza torniamo a Pesaro cambiati, avendo fatto davvero mille esperienze nel tempo che ci è voluto per tracciare l’intero cerchio, e proprio come quando si prende in mano un compasso, se i primi segni sono un po incerti, una volta che si prende la spinta si conclude il cerchio veloci, senza nemmeno accorgersene. E l’edizione appena conclusa, se è possibile, è stata forse ancora più bella di quella dell’anno scorso, con ancora più ragazzi, più di venti, e nemmeno un genitore a seguito; perché la forza di questa squadra sta proprio nel riuscire ad arrangiarsi, a fare da sé, a supportarsi, in campo e fuori, senza bisogno di qualcuno che comandi, senza bisogno di qualcuno che ci aiuti, senza nessun tipo di timore nel mostrare quello che si è veramente, ma anzi nel sentirsi ognuno libero di essere ciò che è, proprio come si fa in famiglia, perché è questo ciò che siamo, la più bella e più grande famiglia disfunzionale di sempre, e pensa te… incredibilmente la cosa funziona, e pure molto bene.
E finalmente, dopo un anno che ci è sembrato davvero durare una vita, siamo riusciti a tornare di nuovo lì, lo abbiamo aspettato tutto l’anno, nei venerdì di pioggia, nei momenti di stanchezza, c’era sempre qualcuno che in palestra chiedeva, un po’ per scherzo e un po’ per sicurezza “ma andiamo a Pesaro anche quest’estate vero?” e come potergli dire di no… Pesaro c’è e ci sarà sempre, questo me lo ha detto una persona davvero cara.

Nico, Ale, Dani, Alle, Tasso, James, Ste B., Sabri, Lena, Chacci, Dariolì, Edo, Kekko, Gio, Nico, Gre, Ste Q., Chri, Luchino, Saretta, Ele, Ale.

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